Storia del MuDi
Inaugurato il 6 maggio 2011, il Museo Diocesano di arte sacra di Taranto (MuDi) nasce dall’intuizione di S.E. Mons. Benigno Papa, il quale, recependo l’importanza di promuovere la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della Diocesi di Taranto, da avvio ad un accurato progetto museografico condotto dall’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici. Il MuDi risulta essere una proposta di interesse storico, artistico, religioso ed architettonico ormai emergente nel territorio di Taranto, in quanto consente di completare la visione globale della storia della città, ospitando testimonianze di grande valore storico ed artistico a decorrere dal VII sec. d.C. fino ai giorni nostri.
Il percorso espositivo permanente, articolato in sette sezioni tematiche è sviluppato su tre livelli, mette in mostra oltre 350 opere esplicative della storia dell'Arcidiocesi di Taranto, tra cui una discreta quantità di manufatti scultorei chiaramente riferibili ad ambiti culturali di grande interesse, una ricca documentazione pittorica che testimonia le grandi scuole meridionali, pregiati paramenti sacri, un parato di candelieri con applicazioni in corallo e lapislazzuli di manifattura trapanese, un rarissimo esempio di arazzo in bisso, crocifissi in avorio di scuola fiamminga, corredi d’altare in avorio e madreperla, oltre a una svariata quantità di suppellettile liturgica. Di notevole valore sono, inoltre, gli argenti e gli ori provenienti prevalentemente dal cosiddetto Tesoro di San Cataldo, tra cui uno sportello di tabernacolo dal valore inestimabile in oro e topazio scolpito e l’antica crocetta aurea rinvenuta, secondo le più antiche fonti agiografiche, sul petto del santo nel 1071 al momento del ritrovamento del corpo all’interno del sarcofago marmoreo.