Storia del MuDi

Inaugurato il 6 maggio 2011, il Museo Diocesano di arte sacra di Taranto (MuDi) nasce dall’intuizione di S.E. Mons. Benigno Papa, il quale, recependo l’importanza di promuovere la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della Diocesi di Taranto, da avvio ad un accurato progetto museografico condotto dall’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici. Il MuDi  risulta essere una proposta di interesse storico, artistico, religioso ed architettonico ormai emergente nel territorio di Taranto, in quanto consente di completare la visione globale della storia della città, ospitando testimonianze di grande valore storico ed  artistico a decorrere dal VII sec. d.C. fino ai giorni nostri.
Il percorso espositivo permanente, articolato in sette sezioni tematiche è sviluppato su tre livelli, mette in mostra oltre 350 opere esplicative della storia dell'Arcidiocesi di Taranto, tra cui una discreta quantità di manufatti scultorei chiaramente riferibili ad ambiti culturali di grande interesse, una ricca documentazione pittorica che testimonia le grandi scuole meridionali, pregiati paramenti sacri, un parato di candelieri con applicazioni in corallo e lapislazzuli di manifattura trapanese, un rarissimo esempio di arazzo in bisso, crocifissi in avorio di scuola fiamminga, corredi d’altare in avorio e madreperla, oltre a una svariata quantità di suppellettile liturgica. Di notevole valore sono, inoltre, gli argenti e gli ori provenienti prevalentemente dal cosiddetto Tesoro di San Cataldo, tra cui uno sportello di tabernacolo  dal valore inestimabile in oro e topazio scolpito e l’antica crocetta aurea rinvenuta, secondo le più antiche fonti agiografiche, sul petto del santo nel 1071 al momento del ritrovamento del corpo all’interno del sarcofago marmoreo.

Storia dell'edificio

L’edificio che attualmente ospita il MuDi - Museo Diocesano di Arte Sacra di Taranto - venne inaugurato come Seminario Arcivescovile il 1 giugno 1568, per volere dell’Arcivescovo il Cardinale Marcantonio Colonna, secondo i dettami del Concilio di Trento, che prevedevano la realizzazione di una struttura deputata alla formazione della vita religiosa e culturale del clero. Tra il XVI e XVIII il complesso è stato oggetto di lavori di restauro e ampliamento, promossi dagli arcivescovi Sarria, Pignatelli e Mastrilli. All’inizio del XIX secolo subì l'occupazione delle truppe francesi e fu riaperto dopo la Restaurazione; a causa della fatiscenza della struttura, dal 1965 è rimasto in stato di abbandono, fino alla ristrutturazione avvenuta negli anni '80-'90. Dal 6 maggio 2011 l'edificio è stato riaperto per ospitare la raccolta permanente del MuDi.

Percorsi

Piano terra
Collocata al piano terra, nell’antica cappella del Seminario dedicata alla Madonna Assunta, la Sezione Liturgica ricostruisce idealmente un’aula di culto con la riproduzione di un altare e una raccolta di suppellettili utilizzate dalla Chiesa nel corso dei secoli.

Primo piano
La Sezione Cristologica e la Sezione Mariana sono incentrate rispettivamente sulla figura di Cristo e della Madonna, i cui momenti salienti di vita e le principali iconografie sono ripercorsi attraverso dipinti, sculture e suppellettili, ordinati cronologicamente rispetto all’anno liturgico.
La Sezione dedicata ai Santi espone opere relative alle devozioni più diffuse nel territorio ionico, con particolare rilievo di quella verso San Cataldo, santo protettore della città.
Nella Sezione Ordini Religiosi e Confraternite sono esposte opere e suppellettili provenienti da oratori e monasteri di Taranto ormai dismessi o non più esistenti.
La Sezione Cattedrale espone alcune opere presenti nelle cappelle laterali della Cattedrale di San Cataldo, che furono demolite durante il restauro della Chiesa negli anni 1950-52, per riportare la struttura all’antico assetto romanico.

Secondo piano
Il secondo piano è dedicato alla Sezione Arcivescovi che segue un percorso cronologico che arriva fino ai nostri giorni, partendo dai Vescovi che hanno retto la Diocesi dal ‘600 e che hanno arricchito le chiese attraverso la loro munificenza. All’interno delle varie stanze sono conservati prevalentemente paramenti sacri, suppellettili liturgiche e messali. Numerosi argenti che vediamo esposti sono frutto del ritrovamento, per opera dei carabinieri, del prezioso Tesoro, trafugato nel maggio del 1978 dal Palazzo Arcivescovile e recuperato qualche giorno dopo nelle le campagne di Avetrana.